Puntata catartica in quel di zombieland. Avevamo lasciato Rick immerso nel suo hearth of darkness più nero possibile. In preda al giustificato delirio generato dal terribile sacrificio dell'amata Lori, si cala negli oscuri meandri del tetro carcere, specchio della sua prigione interiore carceriera gelosa di tutti i suoi orrori. Lori è un assenza. Una traccia di sangue. Laurie è il sacrificio solenne. La vita è uscita brutalmente dal suo ventre. Ma ora la vita è fuori. Si trova fuori dalle dolenti ed oscure mura. Lori è un assenza. Sparita nelle viscere nauseabonde di un nauseabondo zombie, che la divora senza pietà.
La stoica figura dell'eroina è sostituita da quella del morto vivente anche nelle forme. È lui ora a mostrare il pancione e a rendere manifesto quanto accaduto a telecamere spente. Per un momento siamo portati a pensare che quell essere sia proprio Laurie, trasformato in zombie, il pancione ci trae in inganno, lo spettatore è spaesato, straniato dall'assurdità dei pensieri, dall ineluttabilità degli eventi. Dal loro crudo realismo. Nonostante tutto. Reale e tutto fuorché consolatorio. Come spesso è la vita. Rick è dolore allo stato puro. Una maschera di sangue e nervi. Uccide il pingue mostro e rimane in preda al nulla. Poi succede qualcosa. Un suono antico. Squilla un telefono. E Rick risponde. Lo spettatore viene portato (se possibile) ancora più a fondo nei suoi pensieri. Tra realtà e fantasia si ricostruisce velocemente l'universo del personaggio e una speranza di vita. La velocità con la quale Rick elabora il suo lutto è in linea con i tempi tecnici della serialità ma anche con (e soprattutto) i ritmi disumani degli sfortunati sopravvissuti. The show must go on e... la vita continua.
La stoica figura dell'eroina è sostituita da quella del morto vivente anche nelle forme. È lui ora a mostrare il pancione e a rendere manifesto quanto accaduto a telecamere spente. Per un momento siamo portati a pensare che quell essere sia proprio Laurie, trasformato in zombie, il pancione ci trae in inganno, lo spettatore è spaesato, straniato dall'assurdità dei pensieri, dall ineluttabilità degli eventi. Dal loro crudo realismo. Nonostante tutto. Reale e tutto fuorché consolatorio. Come spesso è la vita. Rick è dolore allo stato puro. Una maschera di sangue e nervi. Uccide il pingue mostro e rimane in preda al nulla. Poi succede qualcosa. Un suono antico. Squilla un telefono. E Rick risponde. Lo spettatore viene portato (se possibile) ancora più a fondo nei suoi pensieri. Tra realtà e fantasia si ricostruisce velocemente l'universo del personaggio e una speranza di vita. La velocità con la quale Rick elabora il suo lutto è in linea con i tempi tecnici della serialità ma anche con (e soprattutto) i ritmi disumani degli sfortunati sopravvissuti. The show must go on e... la vita continua.
La gloriosa terza stagione di The Walking Dead continua su Fox ogni lunedì alle 22.45
Scritto da Susanna Durante
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un tuo parere, saremo felici di leggero!