In realtà non è successo niente, nel senso che il titolo fa riferimento a cosa viene dopo, no a cosa accade. Giochetti di parole futili, ma, lasciatemelo dire, alcune volte attirano l'attenzione più di ogni altra cosa. In Italia, La Guerra è dichiarata, è passato quasi in sordina, film del 2011 scritto e diretto da Valérie Donzelli e Jérémie Elkaïm, che tratta, in maniera del tutto originale, il tema dell'amore e della malattia. Non il solito film sdolcinatamente francese su cuori spezzati e neanche quell'umorismo noir che ci si aspetta da una commedia dei cugini d'oltralpe. Un film ironico ma profondo che consiglio a tutti di vedere.
A grande sorpresa, la regista e il suo compagno, presentano un loro nuovo progetto al Festival del Cinema di Roma (9-17 novembre 2012): Main dans la main. Anche questo progetto vede la coppia cimentarsi nella regia e vestire i panni dei protagonisti.
Il tema, sembrerebbe scontato ma lasciatemi dire che nulla lo è quando dietro la macchina da presa c'è la Donzelli, è l'amore, anzi le mille facce del sentimento che lega e divide le anime. Una commedia drammatica sulla miriade di bizzarrie dell'amore, su coppie scoppiate che non riescono a lasciarsi, il tutto raccontato con la stessa energia e la stessa trascinante vitalità che aveva contaddistinto La guerra è dichiarata.
La trama è lineare un operario e la direttrice di una scuola di ballo sono legati l'un l'altro da un'attrazione che neanche loro sanno spiegare. I loro mondi sono molto distanti, ma una sorta di incantesimo li lega e li fa danzare in un vortice di passione e comicità che coinvolte chi gli sta intorno.
La materia trattata, in questo secondo lavoro della Donzelli, è sicuramente più eterea rispetto a La guerra è dichiarata, ma il ritmo incalzante delle immagini è dirompente, ti strega in un modo che solo la regista sa fare.
Lascio alla fine la nota dolente: il film uscirà in Francia a fine dicembre (il 19 se non erro), ma in Italia ancora non ha trovato una distribuzione. Per ora accontentiamoci del trailer qui sotto:
Scritto da Matteo Bordoni
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