martedì 1 gennaio 2013

Quando l' audience fa audience

Sono a Los Angeles ! Mi trovo nella capitale indiscussa del cinema, dove neanche un secolo fa nasceva l'industria più glamour e più evanescente del mondo. This is Hollywood! e malgrado la decadenza che questa location ha avuto nel corso del tempo, fa un certo effetto camminare lungo la Walk of Fame lastricata di nomi, di star appunto. Girare lo sguardo e vedere la Hollywood Sign è un emozione grande, difficile da descrivere. Questa città è un set a cielo aperto, una scoperta continua, in barba a chi critica la sua mancanza di identità , a paragone di altre capitali statunitensi.     Ho avuto l'opportunità di assistere alla registrazione di un episodio di una sit com molto famosa e divertente: Mike & Molly.  È proprio vero! E’ più falso un pregiudizio (infondato) che una banconota fotocopiata. E sono più vere e autentiche le risate delle sit com a stelle e strisce che la pasta di casa fatta dalla nonna. E dire che per anni ho considerato quel genere di audience come qualcosa di costruito, registrato, finto come le scenografie e i set delle varie locations, rigorosamente di interni, rigorosamente cheap.  La registrazione di una puntata di una sit com è un vero e proprio evento dove a farla da padrona è proprio il signor pubblico. Vero ospite d’onore, coccolato fino all’inverosimile con gadget, regali, caramelle a go-go. L’audience è parte integrante dell’evento che verrà costruito in tempo reale sotto i suoi occhi attenti ma soprattutto grazie alle sue risate sincere. La sensazione che si prova è quella di essere nello show e non di essere un privilegiato, per avere la fortuna di assistere on air al making off.  Prima sorpresa: c’è un vero e proprio programma stampato. Con tanto di titolo dell’episodio, cast and crew al completo. L’ambiente è piuttosto piccolo, non più di dieci file, così nessuno sarà lontano dall’azione. Quindi sono tutti li, a pochi metri di distanza. Il cast al completo sotto i riflettori di uno dei teatri di posa più belli ed evocativi di Hollywood (Warner Studios, quelli con le palme alte! ).  Seconda sorpresa: di sicuro non ci si annoierà. Una volta seduti ecco apparire the “warm up man”, colui al quale è assegnato l’arduo compito di “caricare” e tenere appunto caldo il pubblico. Niente cartelli, ma un vero e proprio corso accelerato di risata. Di solito è un attore, un animatore piuttosto bravo, un maestro della comunicazione. Terrà alto il morale della selezionata platea anche nei momenti di pausa tra un ciak e l’altro (cambio costumi e cambio set). Che dire? Il suo compito poi tanto arduo non sembra: l'autoctono pubblico non ha difficoltà a enjoy the show, non ha difficoltà a buttarsi ed interagire, a farsi mettere volontariamente alla berlina. A ridere di gusto.  Terza sorpresa: la puntata viene registrata seguendo l'ordine cronologico dell'azione. Le sequenze che avvengono in altre locations vengono preregistrate e trasmesse su monitors fruibili dalla platea. Quindi l’emozione del racconto non viene interrotta mai.  Così in poco più di due ore il prodotto è confezionato per essere mandato in post produzione, pronto per essere fruito dal grande pubblico di tutto il mondo. Quello che - ahimé - non era fisicamente dentro lo show. 
Scritto da Susanna Durante  

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un tuo parere, saremo felici di leggero!