La lettura della stampa locale magicamente rivela arcani misteri che da ieri offuscavano la mia mente: mancanza di sfarzo e quasi assenza di loghi olimpici che tappezzano la città. Hugh Robertson, il "ministro olimpico" ha dato un ulteriore giro di vite alla già dura regolamentazione sull'uso dell'iconografia olimpica. I giochi del 2012 cadono in periodo di crisi e, nel rispetto dell'austerity, saranno ricordati come i più sobri dopo la sfarzosità di Beijing. Questo è quello che ci vogliono far credere. I quotidiani inneggiano alla grande cerimonia di apertura, per poi soffermarsi sui numeri meno pubblicizzati, quelli che ci riportano con i piedi a terra.
Si parla di quasi 10 miliardi di sterline di spesa pubblica e le cifre lievitano, in alcuni casi, fino a 24 miliardi, se si calcolano i tagli posti in bilancio e non effettuati (sicurezza, trasporti ...). Una cifra di gran lunga superiore alle previsioni di spesa al momento della candidatura.
Il guadagno di questa enorme spesa a chi va? Allo stato? Da indiscrezioni la maggior parte dei proventi andrà a rimpinguare le tasche già piene delle grandi multinazionali che hanno investito nei giochi. Altro grande dissenso và agli sponsor. Per citare un giornalista " McDonald's, one of the chief culprits in sending humankind's increasingly round shape..." la multinazionale del panino e delle patatine fritte, che negli anni è diventata una causa di spesa pubblica per arginare il probelma dell'obesità, sponsorizza uno stile di vita sano, all'insegna di un' alimentare equilibrata e del "sacrificio" . Insomma è lo sponsor delle attività sportive. Chiunque, con un minimo li logica razionale, capisce che l'associazione sport-fast food è quantomeno stridente. La moneta canta, parla molto più del buon senso, è il mondo in cui viviamo. Altra pagina di giornale e... altra piccola (grande) questione olimpica. Le paraolimpiadi sono sponsorizzate da Atos, una multinazionale che è implicata in uno scandalo, del tutto inglese, sulla revoca dei sussidi statali ai disabili e malati.
Ma lo spirito olimpico che fine ha fatto? I valori che hanno mosso per decenni, migliaia di atleti a confrontarsi sul campo, miliardi di tifosi a piangere di gioia per la vittoria della propria nazione. Il sano e osannato agonismo sportivo. Forse è sentito più dal popolo che dagli organizzatori. Sembra che le Olimpiadi dell'Austerity lo siano solo a parole. I fatti parlano d'altro.
Scritto da Matteo Bordoni.
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